Nascoste dalla pineta della collina di Monte Vile, si trovano le famose quanto misteriose “Grotte di Monte Vile”. Le grotte formate da sabbia e ciottoli detto “mandorlato”, alle quali sconsigliamo vivamente l’accesso, si compongono di un corridoio che conduce ad un’ampia cavità sorretta da pilastri che prosegue ad un livello sottostante che si divide in due rami principali: il primo che scende e attraversa una piccola grotta naturale con acqua per finire poi in un cunicolo cieco; l’altro che risale con un lungo corridoio verso un’uscita posta vicino all’ingresso principale. Dell’ origine e della funzione delle grotte si è persa ogni traccia ma non si è persa la curiosità degli abitanti e la fantasia intorno alla loro storia. Una vecchia leggenda ponteggiana racconta che le grotte servissero da percorso sotterraneo che, passando sotto il fiume Tevere, usciva nei pressi di Miralduolo oppure che la loro funzione era quella di rifugio in tempi calamitosi, adatto per paurosi e “vili”, da qui appunto il nome Monte Vile. Più probabile l’ipotesi che si tratti di un sistema di gallerie connesso ad una struttura difensiva posta a guardia della valle fluviale. Dalla collina di Monte Vile si gode di un’ottima vista che si allarga da Perugia ad Assisi passando per Ponte San Giovanni.
Nella foto la pianta dei sotterranei di Montevile disegnata nel 1801 da Giovan Battista Vermiglioli. Da “Memorie istoriche de castelli e ville del territorio di Perugia.