pontevecchioSimbolo storico di Ponte San Giovanni ha costituito uno dei principali propulsori dell’ insediamento e sviluppo dell’area, veniva distrutto dai bombardamenti della seconda guerra mondiale e, solo negli anni ’90 ricostruito per restituire ai ponteggiani e al territorio il simbolo e l’orgoglio di un’intera comunità.

Non si è certi che il ponte vecchio sia stato ricostruito sui resti di un ponte romano o che sia del tutto esistito un ponte in epoca romana. Generalmente però si assegna al periodo romano la fondazione del Ponte Vecchio, più tardi ricostruito nel medio-evo e successivamente risistemato verso il XV secolo, quando il Comune di Perugia cercò di riparare tutti i ponti del territorio e lo fece affidandosi all’ingegnere Bartolomeo Mattioli di Torgiano che molto probabilmente si occupò anche della sistemazione di quello di Ponte San Giovanni. Fonti scritte sul Ponte Vecchio però si ritrovano solo dopo l’anno mille grazie alla documentazione archivistica, dove compare il toponimo “Ponte San Giovanni” per la prima volta nel 1276 relativo agli atti del consiglio comunale perugino dove si discuteva la restaurazione della piazza e delle strade prospicenti il ponte, per garantire un più facile accesso ai mulini della zona. La costruzione del Ponte Vecchio dunque non può essere retrodatata oltre il XIII secolo, epoca in cui Perugia fiorisce come città sia dal punto di vista economico che demografico, che porta il Comune a costruire imponenti opere pubbliche, basti pensare alla Fontana Maggiore (1278).
Il ponte era l’orgoglio degli abitanti e molto conosciuto in tutta Perugia tanto da suscitare frequente interesse da parte delle autorità comunali medievali verso la salvaguardia degli attraversamenti del fiume che ogni anno durante i periodi di magra del Tevere venivano riparati dagli eventuali danni subiti durante le piene. Stando ai documenti del XIII secolo, erano soventi le discussioni comunali riguardanti il ponte sul Tevere relative alla sua manutenzione a questioni di ordine pubblico e al miglioramento della strada che portava da Perugia appunto al ponte sul Tevere.

Nel XIV secolo, l’attraversamento del fiume a Ponte San Giovanni aveva già assunto un’importanza strategica fondamentale, in quanto congiunge Perugia ad Assisi, Spello, Foligno e quindi sia a Roma che al mare Adriatico. Tra la zona del Ponte Veccho e il guado in località Getola inoltre funzionavano diversi mulini che venivano utilizzati in principio per la spremitura delle olive e la macina del frumento. La presenza di strade pubbliche e di attività economiche porta poi al progressivo sviluppo di un borgo lungo la via che conduce al ponte. Nasce dunque ufficialmente, ai fini giuridici e fiscali, la villa Pontis Sanctis Iohannis (1366) comunità autonoma e distinta da quella di Pieve di Campo, con una propria chiesa, quella di San Bartolomeo (che sorgeva proprio sulla piazza adiacente il ponte), e un “ospedale”, le logge, che fungeva da modesto ricovero per pellegrini e viandanti gestito da suore.

Il Ponte Veccho, e con lui anche gran parte dell’abitato di Ponte San Giovanni, venne distrutto il 12 giugno 1944 dalle truppe tedesche in ritirata e dai bombardamenti anglo-americani.

Dopo la sua distruzione, il ponte vecchio venne sostituito da un ponte temporaneo in ferro, costruito dagli alleati in tempi brevi per riallacciare la via di comunicazione tra la Ferriera e Ponte San Giovanni. Tale ponte viene detto “Bailey”, dal nome del suo inventore, e si tratta di un ponte di facile assemblaggio e utilizzato ampiamente durante la seconda guerra mondiale. Nel tempo il ponte Bailey installato a Ponte San Giovanni perse la sua funzione viaria e fu dunque smontato e trasferito a Casalina di Deruta dove restò in utilizzo fino al 1999.

pontevecchioold3La Struttura del Ponte Vecchio
Il Ponte Vecchio era composto da sei arcate a tutto sesto con un profilo longitudinale “a schiena d’asino”. Venne costruito con blocchi di pietra arenaria, sicuramente prelevata da una vicina cava.
Unendo Perugia alla zona meridionale dell’Umbria il ponte San Giovanni divenne un punto cardine nella viabilità e quindi negli scambi commerciali. Questa sua importanza strategica venne sfruttata anche facendo pagare dei pedaggi ai mercanti che lo attraversavano. Insomma il ponte San Giovanni con le sue torrette era insieme luogo di passaggio, di controllo ed esazione.
Il Ponte Vecchio presentava sul lato di ingresso in direzione Ponte San giovanni un edificio con torretta, di origine militare, e un’altra torre che si ergeva sulla sommità del ponte a funzione di controllo dell’ingresso opposto in direzione Collestrada. Queste torrette venivano concesse in epoca medievale e moderna, in enfiteusi a privati che si garantivano così l’appalto della riscossione del relativo pedaggio. La torre centrale, danneggiata dalle frequenti piene e terremoti venne demolita nel 1788, ed è proprio al suo posto che si apriva lo “stanzino delle percore”, un vano di circa quattro metri quadrati al quale si accedeva attraverso uno stretto passaggio che si apriva sul piano di calpestio del ponte. Ritroviamo spesso tale “stanzino” nei racconti orali dei vecchi ponteggiani e lo stesso ha dato vita a molte leggende e dicerie. Si diceva infatti che in quel “buco” si nascondessero i briganti pronti ad assaltare i viandanti per rubare le pecore che transitavano.
Fonti orali ci raccontano anche come le rampe di accesso al ponte avessero pendenze diseguali; la rampa che saliva dalla parte di Ponte San Giovanni era infatti così ripida che spesso si doveva ricorrere ad animali da tiro e a “spinte di gruppo” per permetterne l’ascesa di carri a pieno carico. Tra i carichi che spesso venivano trasportati attraverso il ponte c’erano anche quelli dei “renaioli”, che dopo aver raccolto sull’argine del Tevere rena e breccia dovevano risalire la china del Ponte con il pesante carretto. Ma se il dislivello del ponte era avverso ai trasportatori, era invece motivo di divertimento per i giovani del paese che sfruttavano la brusca pendenza per correre con rudimentali “carrozzoni” costruiti a mano. Nella foto il disegno del progetto del nuovo Ponte di Legno inaugurato nell’anno 2000.

Di passaggio sul Ponte Vecchio

La tradizione narra che Francesco D’Assisi, durante la guerra tra la sua città e Perugia, ferito e fatto prigioniero nei pressi di Collestrada, venne condotto in carcere a Perugia passando proprio per il ponte sul Tevere.
Altra vicenda storica, documentata, avvenne nel 1488 quando la Beata Colomba da Rieti si trovò a passare sul Ponte in compagnia del padre e di altre tre persone, due monaci domenicani e una donna, di ritorno dalla Porziuncola di Santa Maria degli Angeli. Tale episodio viene narrato da Astorre Baglioni nel volumetto che narra le vicende della Santa.
Un altro episodio, più vicino ai giorni nostri, avvenne nel 1859 quando le truppe del Governo Pontificio, oltre 2000 uomini guidati dal colonnello svizzero Schmid, dopo aver fatto tappa a Terni, Spoleto, Foligno, e riposato a Santa Maria degli Angeli, irruppero a Ponte San Giovanni. L’episodio è descritto da Uguccione Ranieri Corbello e narra dell’uccisione del giovane Pietro Cestellini, la cui barbara esecuzione è ricordata da una lapide tuttora presente in Via Pontevecchio.
Un altro personaggio che ha attraversato il Ponte Vecchio è Gabriele D’Annunzio che trovandosi a transitare in automobile per il ponte, si imbatté in un gregge di pecore che, ostruendogli il passaggio lo costrinsero ad una brusca frenata.
Il passaggio più triste era però quello dei funerali, quando il solenne corteo funebre attraversava il ponte diretto al cimitero locale situato sull’altra sponda.

pontevecchionewIl nuovo “Ponte Vecchio”
Alla fine degli anni ’70 venne mossa dai cittadini una petizione popolare che chiedeva la realizzazione di una passerella che consentisse il passaggio pedonale verso la zona del cimitero. Da questa proposta popolare si costituì un comitato di cittadini che, per mantenere viva questa volontà, organizzò per 5 anni consecutivi la festa di Via Pontevecchio. Poi, solo durante il periodo amministrativo 95-99, si presentò finalmente l’occasione per la ricostruzione del ponte: il Giubileo.
La fase di progettazione del nuovo ponte inizia nel 1998 e si protrae per circa 18 mesi fino alla sua inaugurazione il 10 giugno 2000. Per la realizzazione del nuovo ponte sono stati utilizzati solo materiali che appartengono alla tradizione storica della nostra terra, mattoni, pietra, legno e rame. La costruzione del ponte è stata possibile grazie al contributo per la metà dell’importo, dei fondi della legge speciale per il giubileo riguardante il capitolo delle infrastrutture (lo stesso fondo ha in parte finanziato anche il parcheggio intermodale della stazione ferroviaria) e per metà da fondi comunali. Il costo complessivo dell’opera è stato di circa 3 miliardi di lire. Sotto, la targa apposta all’ingresso del Ponte in occasione della sua inaugurazione.

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