la storia di ponte san giovanni
TRA GUERRA E RINASCITA
Tra la fine dell’Ottocento e i primi decenni del Novecento si registra una forte crescita edilizia, soprattutto lungo la strada intorno alla stazione, la costruzione del nuovo impianto del pastificio e la crescita dell’aggregato storico accanto alla chiesa di San Bartolomeo e al ponte sul Tevere. Poi arriva la ferrovia e i tanti ampliamenti del ramo principale che, seppur in ritardo, tra il 1866 e il 1920, collegano l’Umbria e Perugia con le altre città e regioni in modo veloce e totalmente rivoluzionario rispetto agli spostamenti a trazione animale del tempo e soprattutto danno vita a quello sviluppo economico e urbanistico che si articolerà maggiormente tra il 1860 e il 1960. Nella foto a lato la stazione di Ponte San Giovanni prima dei bombardamenti. (foto archivio Giordano Giorgetti)
Nel 1860 nasce l’industria di legnami Pascoletti, che fornisce traverse per la ferrovia Terontola – Foligno, si espande l’attività del Molino Popolare, vengono create grandi cantine che producono vino, vengono costruite le prime distillerie, si avvia la produzione di bachi da seta e di tessuto, nasce una fabbrica di sapone nei pressi della stazione. Nascono in sintesi tante realtà industriali che porteranno al rapido sviluppo della zona di Ponte San Giovanni fungendo da calamita per le popolazioni limitrofe in cerca di occupazione. Tra le industrie sorte durante il periodo di industrializzazione di Ponte San Giovanni, oltre al famoso Molino e Pastificio Ponte, possiamo ricordare la società Alfa, manufatti in cemento, la ditta De Megni, produzione liquori e deposito legnami, il tabacchificio Pascoletti, la ditta Margaritelli specializzata nella lavorazione di tronchi e traverse ferroviarie, la ditta Carloni specializzata in vulcanizzazione e ricostruzione gomme d’auto.
La Seconda Guerra Mondiale
Durante lo scontro della Seconda Guerra mondiale Ponte San Giovanni, data la sua funzione di snodo di ferrovie e strade, fu costretta a subire pesanti bombardamenti strategici che la rasero quasi completamente al suolo e che distrussero importanti strutture legate al suo passato e alla sua storia.
I bombardamenti aerei avevano infatti lo scopo di distruggere il campo di aviazione di Sant’Egidio, il nodo ferroviario, le fabbriche come il molino-pastificio e lo stabilimento De Megni, che produceva materiale bellico, e costruzioni private nelle quali si erano nascoste le truppe tedesche che, nel corso della ritirata, facevano saltare ponti e strade per rallentare l’avanzamento delle forze avversarie. Tra il 28 ottobre 1943 e il 20 giugno 1944 Ponte San Giovanni subì ben 33 incursioni aeree, tre delle quali molto distruttive. Venne colpito il cimitero del paese, la stazione ferroviaria, con l’uccisione di dieci persone tra personale della ferrovia centrale umbra e passeggeri, venne colpito il Ponte Vecchio la chiesa di San Bartolomeo con il suo campanile. Anche i tedeschi in ritirata contribuirono alla distruzione piazzando cariche esplosive sul ponte della statale per Foligno. Nella foto quello che rimaneva della Chiesa di San Bartolomeo dopo i cruenti bombardamenti aerei.
Nella foto qui sotto la stazione di Ponte San Giovanni prima dei bombardamenti. (foto archivio Giordano Giorgetti)