targa cestelliniI moti di indipendenza iniziati nella Toscana ai primi del 1859, si erano estesi anche a Reggio a Modena, a Parma e Piacenza e poi anche in Umbria. A Perugia si erano sollevati molti patrioti e il 14 giungo aveva cacciato il legato Pontificio e formato un governo provvisorio. Contro questo governo provvisorio era stato inviato da Roma un reggimento mercenario di soldati svizzeri insieme ad una mezza batteria di cannoni comandati dal Colonnello Anton Schmid. Il 20 giugno la colonna di soldati passava il Tevere a Ponte San Giovanni.
Il colonnello era stato avvertito che Ponte San Giovanni era sede di un covo di rivoltosi da eliminare con a capo l’antica e rispettata famiglia degli Angeletti. All’approssimarsi delle truppe svizzere gli abitanti si dispersero nelle campagne e alla famiglia Angeletti fu consigliato dai compaesani di lasciare la propria casa per non incorrere in qualche rappresaglia. Infatti appena arrivato a Ponte San Giovanni, il colonnello Schmid occupò la villa del Palazzone dei Conti Baglioni e ordinò la perqusizione di casa Angeletti. Sfondata la porta con un colpo di cannone i mercenari precipitarono all’interno dell’abitazione e Pietro Cestellini, ventenne cantiniere assunto della famiglia Angeletti, venne freddato da una scarica di fucileria proprio mentre cercava di scappare scavalcando il muro di cinta.
Esistono però alcune discordanti versioni riguardo quello che avvenne realmente quel giorno. Una versione della storia vede infatti il Cestellini cadere inerme sotto la furia dei gendarmi svizzeri mentre un’altra lo vede invece con le armi in pugno cercare per primo di colpire i gendarmi nell’eroico tentativo di difendere la casa dei suoi padroni.Non sappiamo dunque quale delle due versioni sia quella reale, ma sta di certo che Pietro Cestellini fu la prima vittima della repressione ordinata da Papa Pio IX.

Walter Binni, grande critico della letteratura italiana, ricostruisce l’episodio con queste parole: “…uno dei gendarmi pontifici che scortavano a cavallo la colonna, appena questa entrò nella borgata di Ponte San Giovanni, simulò un’aggressione da parte degli abitanti del luogo. La supposta imboscata scatenò i soldati ad una sparatoria nella quale fu colpito a morte lo sventurato e innocente giovinetto, e li indusse a saccheggiare la casa di un ricco possidente (Angeletti), verso il quale il gendarme autore del tranello nutriva vecchi rancori”.

Questa invece la versione fornita dal conte Luigi Rossi Scotti, rappresentante filo-papalino: “Giunti a Ponte San Giovanni, dalla casa del Sig. Angeletti fu sparata senza effetto una schioppettata sovra il colonnello svizzero, il quale rivoltosi ai suoi soldati <guastatori – gridò – fate il vostro dovere>. Allora i guastatori coll’asce e colle picche rovesciarono la porta. Colui che tirò la fucilata, calandosi per una finestra si salvò tra i campi, ma un incauto che si trovò nella casa armato di fucile (il Cestellini), fu subito ucciso a colpi di bajonetta”
Dopo il conflitto le truppe saccheggiarono le case e le botteghe del paese di Ponte San Giovanni per poi proseguire verso Perugia per mettere fine alle ribellioni dei cittadini con una tremenda battaglia che segnò di sangue il 20 giugno 1859.

La foto sopra mostra la targa apposta in memoria di Pietro Cestellini in Via Ponte Vecchio il 20 giugno 1890